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anche lui.
Mena continuava a star zitta. Intanto Alessi gli rac-
contò che voleva pigliarsi la Nunziata, quando avrebbe
raccolto un po di denari, ed Alfio gli rispose che faceva
bene, se la Nunziata aveva un po di denari anche lei,
ché era una buona ragazza, e tutti la conoscevano in
paese. Così anche i parenti dimenticano quelli che non
ci sono più, e ognuno a questo mondo è fatto per pensa-
re a tirare la carretta che gli ha data Dio, come l asino di
compar Alfio, che adesso faceva chissà cosa, dopo che
era andato in mano altrui.
La Nunziata ci aveva la sua dote anche lei, dacché i
suoi fratellini cominciavano a buscarsi qualche soldo, e
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Giovanni Verga - I Malavoglia
non aveva voluto comprarsi né oro né roba bianca, per-
ché diceva che quelle cose son fatte per i ricchi, e la roba
bianca non era bene di farsela intanto che cresceva an-
cora.
Era cresciuta infatti una ragazza alta e sottile come un
manico di scopa, coi capelli neri, e gli occhi buoni buo-
ni, che quando si metteva a sedere sulla porta, con tutti
quei monelli davanti, pareva che pensasse ancora a suo
padre nel giorno che li aveva piantati, e ai guai in mezzo
ai quali aveva sgambettato sino allora, coi suoi fratellini
appesi alle gonnelle. Al vedere come se n era tirata fuori
dai guai, lei e i suoi fratellini, così debole e sottile al pari
di un manico di scopa, ognuno la salutava e si fermava
volentieri a far quattro chiacchiere con lei.
 I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale
era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano.  A
Ognissanti mio fratello entra garzone da massaro Filip-
po, e il minore prenderà il suo posto da padron Cipolla.
Quando avrò collocato anche Turi, allora mi mariterò;
ma bisogna aspettare che io abbia gli anni, e che mio pa-
dre mi dia il consenso.
 O che tuo padre pensa più che sei al mondo!  dis-
se Alfio.
 S egli tornasse ora,  rispose Nunziata con quella
voce dolce, e così calma, colle braccia sulle ginocchia, 
ei non se ne andrebbe più, perché adesso i denari li ab-
biamo.
Allora compar Alfio tornò a dire ad Alessi che faceva
bene a prendersi la Nunziata, se ci aveva quel po di de-
nari.
 Compreremo la casa del nespolo, aggiunse Alessi; e
il nonno starà con noi. Quando torneranno gli altri ci
staranno pure; e se tornerà il padre della Nunziata ci
sarà posto anche per lui.
Di Lia non fecero parola; ma ci pensavano tutti e tre,
mentre stavano a guardare il lume, colle braccia sui gi-
nocchi.
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Giovanni Verga - I Malavoglia
Finalmente compare Mosca si alzò per andarsene,
perché il suo mulo scuoteva la sonagliera, quasi l avesse
conosciuta anch esso colei che compar Alfio aveva in-
contrata per la strada, e che adesso non l aspettavano
più nella casa del nespolo.
Lo zio Crocifisso invece aspettava da un pezzo i Ma-
lavoglia per quella casa del nespolo che nessuno la vole-
va, come se fosse scomunicata, e gli era rimasta sulla
pancia; sicché appena seppe che era tornato in paese Al-
fio Mosca, quello cui voleva far rompere le ossa a basto-
nate, quand era geloso della Vespa, andò a pregarlo che
s intromettesse coi Malavoglia per fargli conchiudere il
negozio. Adesso quando l incontrava per le strade lo sa-
lutava, e cercava di mandargli anche la Vespa per parlar-
gli di quell affare, chissà che non si fossero rammentati
dell amore antico, nello stesso tempo, e compare Mosca
non riescisse a levargli quella croce di su le spalle. Ma
quella cagna della Vespa non voleva sentir parlare di
compar Alfio, né di nessuno, adesso che ci aveva il suo
marito ed era padrona in casa, e non avrebbe cangiato lo
zio Crocifisso con Vittorio Emanuele in carne ed ossa,
neanche se l avessero tirata pei capelli.  Mi toccano tut-
te a me, le disgrazie!  si lamentava lo zio Crocifisso; e
andava a sfogarsi con compare Alfio, e si picchiava il
petto come davanti al confessore, di aver pensato a pa-
gare dieci lire per fargli rompere le ossa a bastonate.
 Ah! compare Alfio! se sapeste che rovina è capitata
nella mia casa, che non dormo né mangio più, e non fac-
cio altro che della bile, e non sono più padrone di un
baiocco del fatto mio, dopo aver sudato tutta la vita ed
essermi levato il pan di bocca per raggranellarlo a soldo
a soldo. Ora mi tocca vederlo in mano di quella serpe, la
quale fa e disfà come vuol lei! e non mi riesce nemmeno
di levarmela d addosso per via del giudice, che non si la-
scerebbe tentare neanche da Satanasso! e mi vuol tanto
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Giovanni Verga - I Malavoglia
bene che non me la leverò d addosso prima di crepare,
se non chiudo gli occhi dalla disperazione!
 Quello che stavo dicendo qui a compare Alfio,  se-
guitava lo zio Crocifisso vedendo accostarsi padron Ci-
polla, il quale andava bighellonando per la piazza come
un cane di macellaio, dacché gli era entrata in casa
quell altra vespa della Mangiacarrubbe.  Non possiamo
più stare nemmeno in casa per non schiattare dalla bile!
Ci hanno scacciato fuori di casa nostra, quelle carogne!
hanno fatto come il furetto col coniglio. Le donne son
messe al mondo per castigo dei nostri peccati. Senza di
loro si starebbe meglio. Chi ce l avrebbe detto, eh? pa-
dron Fortunato! Noi che avevamo la pace degli angeli!
Guardate com è fatto il mondo! C è gente che va cer-
cando questo negozio del matrimonio colla lanterna,
mentre chi ci si trova vorrebbe levarsene.
Padron Fortunato stette un po a fregarsi il mento, e
poi si lasciò andare:  Il matrimonio è come una trappo-
la di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne, e gli
altri ci girano intorno per entrarvi.
 A me mi sembrano pazzi! Vedete don Silvestro, co-
sa gli manca? e s è messo in testa di far cascare la Zup-
pidda coi suoi piedi, vanno dicendo; e se comare Venera
non trova di meglio, bisogna che la lasci cascare.
Padron Cipolla continuò a fregarsi il mento e non dis-
se altro.  Sentite, compare Alfio,  seguitò Campana di
legno,  fatemelo conchiudere quel negozio della casa
coi Malavoglia, finché ci hanno quei soldi, che vi rega-
lerò poi da comprarvi le scarpe, per i passi che farete.
Compare Alfio tornò a parlare ai Malavoglia; ma pa-
dron  Ntoni ora scuoteva il capo, e diceva di no.  Ades-
so della casa non abbiamo che farne, perché Mena non
si può più maritare, e dei Malavoglia non ci è nessuno!
Io ci sono ancora perché gli sfortunati hanno i giorni
lunghi. Ma quando avrò chiuso gli occhi Alessi piglierà
la Nunziata e se ne andrà via dal paese.
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Giovanni Verga - I Malavoglia
Anch egli stava per andarsene. Il più del tempo lo
passava in letto, come un gambero sotto i ciottoli, ab-
baiando peggio di un cane:  Cosa ci ho a far qui io? 
balbettava; e gli pareva di rubare la minestra che gli da-
vano. Invano Alessi e la Mena cercavano di dissuaderlo.
E rispondeva che rubava loro il tempo e la minestra, e
voleva che gli contassero i denari messi sotto la materas-
sa, e se li vedeva squagliare a poco a poco, borbottava: 
Almeno se non ci fossi io non spendereste tanto. Ora
non ho più niente da far qui, e potrei andarmene. [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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